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Il Brasile piange, carriera praticamente terminata | L’immenso campione è pronto all’addio

Brasile
Neymar piange al termine di Brasile-Croazia – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

È un momento molto difficile per il calcio brasiliano: agli insuccessi sul campo si unisce la paura per il destino di un mito della Seleçao.

Il calcio brasiliano sta per chiudere uno dei suoi anni solari più neri, non solo a livello di risultati. La storica sconfitta rimediata contro l’Argentina al Maracana, sfida segnata dai gravi incidenti tra le tifoserie scatenatesi prima del fischio d’inizio, rappresenta solo la punta dell’iceberg di 12 mesi da dimenticare.

Del resto che le premesse non fossero buone lo si era già capito da quanto di negativo era avvenuto nel mese di dicembre 2022. Il 2 la Seleçao uscì prematuramente e nel più incredibile dei modi già ai quarti di finale di Qatar 2022, eliminata dopo i tempi supplementari dalla Croazia, vedendo allungarsi il digiuno dall’ultimo Mondiale vinto, che nel 2026 toccherà i 24 anni.

Un’astinenza che rappresenta il record assoluto nella gloriosa storia dei verdeoro, come già accaduto tra il 1970 e il 1994. Il gruppo di giocatori che verrà convocato per Usa-Canade-Messico 2026, al netto di una qualificazione ancora incredibilmente tutta da conquistare, avrà quindi l’onere di non allungarlo ulteriormente, anche per dedicare l’eventuale trionfo alla memoria di Pelè.

Il 29 dicembre prossimo, infatti, sarà trascorso un anno dalla scomparsa di O’Rei, il più forte giocatore di sempre della storia del Brasile e leggenda eterna del calcio, nonché vincitore di tre Mondiali. Di certo i fatti del Maracana non ne hanno onorato al meglio la memoria, ma del resto la crisi del Brasile non è iniziata nella sfida contro l’Argentina e neppure in quella contro la Croazia.

Brasile sotto shock, Dani Alves rischia la prigione

Il flop ai Mondiali 2018 e ancora quello di quattro anni prima nell’edizione casalinga sono figli di una difficoltà di sistema che dura da anni, originata dall’assenza di leaders all’interno della squadra, sul piano carismatico, ma anche tecnico. Il grave infortunio patito da Neymar contro l’Uruguay, altro evento nero del 2023 brasiliano, ha acuito il problema, ma la nazione tiene il fiato sospeso anche per il destino di un altro mito recente della nazionale.

Il riferimento è a Dani Alves, finito nell’occhio del ciclone per motivi extra-sportivi. Per l’ex esterno di Barcellona, Juventus e PSG sono stati infatti chiesti nove anni di carcere da parte della procura della città catalana, conseguenza dell’accusa di stupro nei confronti di una giovane donna che sarebbe avvenuto a Barcellona il 30 dicembre 2022.

Dani Alves
Dani Alves in azione contro il Camerun durante Qatar 2022 – Foto Ansa – Ilgiornaledellosport.net

Il declino di Dani Alves, dai trionfi col Barcellona ai domiciliari

Dani Alves, che ha compiuto 40 anni lo scorso maggio, si trova attualmente agli arresti domiciliari proprio a Barcellona, ed è stato colpito anche da un’ammenda di 150.000 euro e dal divieto di avvicinarsi alla vittima, oltre che dalla condanna a risarcire la donna. La data del processo non è ancora stata resa nota, dopo che nelle scorse settimane si erano sparse voci su un possibile patteggiamento.

Alves non ha ancora ufficialmente lasciato il calcio giocato, a 10 mesi dalla fine della breve esperienza in Messico con il Pumas, seguita alla deludente seconda esperienza al Barcellona, dove ha militato tra gennaio e giugno 2022, trovando poco spazio alla corte dell’ex compagno Xavi. Proprio a Qatar 2022 l’esterno, convocato a sorpresa dal ct Tite, ha stabilito, scendendo in campo contro il Camerun, il primato del giocatore più anziano ad avere giocato per il Brasile in un Mondiale.