Juric si è giocato il futuro: deciso tutto subito dopo la Viola | La strada è segnata: ecco come
Arrivato con l’etichetta del traghettatore il croato non è riuscito a entrare in sintonia con la squadra: come si è arrivati al tracollo.
La trasferta di Firenze non ha mai portato troppa fortuna alla Roma. Certo, nella storia giallorossa si contano anche successi importanti, ma forse proprio in quanto non troppo numerosi i rovesci storici sono rimasti nella memoria dei tifosi di diverse generazioni.
Dal clamoroso 7-1 del 2019 fino a quel 3-1 subito nell’anno del terzo scudetto che, a poche giornate dalla fine del campionato, sembrava aver spento le speranze di concretizzare l’inseguimento alla Juventus. Le cose sono poi andate diversa e anzi da quel giorno la squadra di Fabio Capello non avrebbe più perso un colpo.
La storia si ripeterà anche nel 2024? Il tracollo del Franchi ha segnato il punto di non ritorno della gestione Juric. Poco più di un mese dopo essersi seduto sullo scranno bollente ereditato da Daniele De Rossi l’ex allenatore del Torino ha già visto esaurirsi l’effetto della classica scossa da cambio del timoniere.
La decisione della proprietà di evitare ribaltoni in panchina a poche ore dal turno infrasettimanale ha sorpreso una buona parte degli addetti ai lavori, ma forse anche lo stesso gruppo che pare ormai muoversi su lunghezze d’onda irrimediabilmente differenti rispetto a quelle percepite da Juric, il cui sogno di strappare la conferma per la prossima stagione è irrimediabilmente svanito.
“Due” Juric, stessa Roma: l’esperimento dei Friedkin e il giudizio social
Il vaso della pazienza dei Friedkin è definitivamente traboccato proprio a Firenze, ma i cinque schiaffi incassati da Svilar hanno rappresentato solo la classica goccia finale. Arrivato a Trigoria ben consapevole di avere poche chances di non essere un traghettatore, Juric ha provato a giocarsi a proprio modo la chiamata più prestigiosa della carriera, salvo naufragare quasi senza accorgersene.
Conciliante in avvio, fin dal giorno del debutto contro l’Udinese, dopo la partita contro l’Inter il tecnico croato ha cambiato pelle, tornando all’antico, ovvero a quel modo di comunicare diretto e ispido che l’ha sempre contraddistinto. Dalla carota al bastone nei confronti della squadra, in 72 ore. La terapia d’urto non ha tuttavia attecchito, portando anzi alla frattura definitiva scoppiata durante e dopo la gara contro i viola.
Roma, altra svolta: perché la società giallorossa non trova pace
Con ancora vacante la carica di Ceo dopo le dimissioni di Lina Souloukou, è toccato al ds Ghisolfi fungere da unico avamposto dei Friedkin in Italia e quindi riportare cosa sia successo davanti e dietro le quinte di una delle notti più cupe della storia recente del club. Un ultimo indizio, quindi, da sommare a quelli già raccolti. Prima ancora dei risultati, infatti, a convincere la società che la scelta del dopo De Rossi non sia stata quella giusta è stata proprio la svolta di Juric a livello comunicativo e la portata delle dichiarazioni.
I toni quasi trionfalistici con i quali sono state descritte alcune prestazioni, in Italia e in Europa, hanno spiazzato tutto l’ambiente e in particolare il gruppo squadra, che ha confermato la propria distanza dalle visioni del tecnico affondando a Firenze dopo la rete del 3-1. La rosa della Roma attuale non può sostenere sul piano tecnico e atletico il calcio di Juric. L’esperimento è stato fatto, ma non è riuscito. Ora i tifosi si augurano che la fase dell’empirismo sia conclusa. Che sia in arrivo un ritorno al passato o meno, salvare la stagione è già difficile. Evitare che si trasformi in un’agonia è ancora possibile.