Home » “È contro natura”: terremoto in Serie A | Insinuazioni gravissime scuotono i tifosi

“È contro natura”: terremoto in Serie A | Insinuazioni gravissime scuotono i tifosi

Pallone Serie A 2023-'24
Il pallone ufficiale della Serie A 2023-’24 – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Una big del calcio italiano è alle prese con un’imprevista crisi di risultati in campionato: scudetto lontano, le accuse di un grande ex.

Una notte tutta cuore per scacciare la negatività e ritrovare il feeling con i propri tifosi. L’imponderabilità del calcio ha trovato un’altra applicazione nella quarta giornata della fase a gironi di Champions League. Tre giorni dopo aver perso contro l’Udinese, al termine di una pessima prestazione, il Milan è rinato mettendo al tappeto a San Siro nientemeno che il PSG di Kylian Mbappé.

D’incanto le fosche nubi che da settimane aleggiavano su Milanello sono evaporate, così come i dubbi sulla capacità di Rafa Leao di essere decisivo. Il numero 10 rossonero ha confezionato una delle migliori prove della propria carriera, tra sgasate delle sue, un gol in acrobazia e, fatto da non trascurare, tanta applicazione in fase difensiva. La standing ovation dei tifosi al momento della sostituzione e il bacio di Stefano Pioli hanno suggellato una notte da ricordare.

Il cammino nel girone di Champions è ancora lungo e irto di difficoltà, ma aver sbloccato il conto delle vittorie e soprattutto lo zero alla voce gol fatti permetterà di recuperare entusiasmo anche sul fronte campionato, dal momento che, come ribadito dalla società, il primo obiettivo resta la qualificazione per la Champions League anche nella prossima stagione.

Certo non è tutto oro quello che luccica, almeno dal punto di vista del gioco, perché a contribuire ad un risultato inaspettato è stato anche lo stesso Paris, nel quale l’unico a salvarsi è stato il fischiatissimo ex Gigio Donnarumma. La squadra di Luis Enrique è stata troppo vulnerabile in difesa e prevedibile in fase di possesso in particolare nel secondo tempo, permettendo al Milan di esaltarsi con una fase difensiva a tratti a oltranza.

Milan, PSG al tappeto: la notte tutto cuore che ha rilanciato Pioli

Chissà infatti cosa penseranno i cultori del bel calcio di fronte al 39% di possesso palla con cui Giroud e compagni hanno chiuso la partita. Senon è la prima volta nella storia del Milan in Champions, poco ci manca, ma del resto quando infuria la bufera bisogna saper fare di necessità virtù. Si aggiunga che la cifra tecnica della squadra non è paragonabile a quella dei tempi d’oro di Arrigo Sacchi e il quadro è completo.

Proprio l’ex tecnico dei primi trionfi rossoneri dell’era Berlusconi è intervenuto nelle ultime ore per parlare delle difficoltà che la squadra sta incontrando nel primo scorcio di stagione e in particolare per esprimersi su un tema molto dibattuto dopo gli ultimi rovesci subiti dal Diavolo, ovvero la mancanza in società di un interlocutore tecnico con il quale mister Pioli possa relazionarsi e confrontarsi.

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi ha vinto uno scudetto e due Coppe dei Campioni alla guida del Milan – Foto Ansa – Ilgiornaledellosport.net

Milan, l’ex Sacchi al veleno: “Commessi tanti errori”

L’ex ct dell’Italia, che ha parlato a margine della presentazione del proprio nuovo libro, “Il realista visionario”, non è andato per il sottile, giudicando negativamente la mossa più clamorosa operata dalla dirigenza rossonera la scorsa estate: “Mandare via Paolo Maldini è stato un atto contro natura” il parere di Sacchi, che si è così unito al coro di coloro che hanno ritenuto ingeneroso mettere alla porta l’ex capitano ed ex responsabile dell’area tecnica appena un anno dopo la vittoria dello scudetto.

Sacchi non ha risparmiato critiche al nuovo management del Milan anche per quanto riguarda la campagna acquisti, che dopo il sacrificio di  Tonali è stata incentrata su tanti volti nuovi stranieri, facendo della rosa del Diavolo una di quelle con la minor percentuale di italiani di tutta la Serie A: “Prendere 6-7 nuovi stranieri in una sola volta è un azzardo, soprattutto in una squadra con pochi italiani, perché hanno bisogno di tempo per inserirsi, e per capire”.