Scandalo doping: “Noi lo sapevamo già” | La confessione smaschera tutto
Il calcio italiano torna a fare i conti con l’incubo doping: fioccano i casi, arriva una rivelazione inaspettata.
Sport e doping, storia di un abbraccio morboso e fatale, quanto spesso misterioso. Il rapporto tra l’attività fisica e l’alterazione delle prestazioni individuali è purtroppo antico quanto lo sport, così come il dibattito che lo riguarda.
Fin dai tempi antichi, infatti, una delle attività più nobilitanti l’essere umano, non solo a livello atletico, ha dovuto convivere con i tentativi fraudolenti degli sportivi di modificare ad arte il livello delle proprie performances, concetto che va contro i principi fondanti dello sport stesso.
Così l’eterno dibattito se il doping vada o meno più veloce dell’antidoping torna fuori ciclicamente, ogni qualvolta una positività ad un controllo, in particolare se riguarda un atleta illustre, pone d’attualità gli interrogativi non solo sulle punizioni, ma pure sull’efficienza dei sistemi di controllo.
Gli sport maggiormente coinvolti sono fatalmente quelli individuali, con atletica e ciclismo che guidano questa triste classifica delle discipline più interessate da veri e propri scandali legati al doping. Per gli sport di squadra la pratica è inevitabilmente meno presente e quasi sempre legata a iniziative dei singoli che agiscono all’insaputa dei propri club.
Lo spettro del doping torna a minacciare la Serie A
Il calcio non fa eccezione. L’Italia ha dovuto fare i conti con questo tema a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, quando le positività anche illustri al nandrolone portarono alla chiusura temporanea del laboratorio dell’Acqua Acetosa, il più accreditato nel nostro paese e all’avanguardia in Europa.
Gli ultimi mesi hanno però visto il fioccare di nuovi casi. Dall’atalantino José Palomino, poi assolto dal Tribunale Nazionale, a quello più recente che riguarda Paul Pogba, positivo al testosterone e in attesa di un giudizio che potrebbe condizionarne la parte finale della carriera. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello che riguarda Alejandro Gomez, appena arrivato al Monza da svincolato. A tale proposito parole importanti sono state pronunciate dall’allenatore dei brianzoli Raffaele Palladino al termine della partita contro la Roma.
Monza: Papu Gomez positivo, la rivelazione di Palladino
“Sapevamo che sarebbe potuto accadere, ma speravamo accadesse il più tardi possibile” ha detto il tecnico napoletano circa il delicato caso del Papu, squalificato per due anni dalla Commissione Spagnola Antidoping della Fifa dopo essere stato trovato positivo alla Terbutalina addirittura nell’ottobre 2022. Gomez, all’epoca tesserato per il Siviglia, sostiene trattarsi di un’assunzione involontaria per placare una crisi di broncospasmo. Il Monza è al fianco del giocatore, come si legge nel comunicato diramato dalla società brianzola: “Il club si riserva di valutare i passaggi procedurali”.
“Si sta allenando perché continua a crederci e spera di tornare con noi al più presto. Aspettiamo che si esprimano le autorità competenti” ha aggiunto Palladino. Tesserato da svincolato il 29 settembre e finora in campo per due spezzoni da subentrante, Gomez ha quindi potuto giocare per quasi un anno dopo la scoperta della positività, vincendo Europa League col Siviglia e Mondiali con l’Argentina. Titoli che potrebbero venire sottratti al Papu qualora l’inchiesta aperta non gli riconoscesse la buona fede. Il Monza, che era quindi al corrente della situazione al momento del tesseramento, è pronta a supportare l’argentino, che vuole lottare contro uno stop che, a 35 anni, potrebbe porre fine alla sua carriera.