Scandalo nel calcio, l’impensabile retroscena viene a galla: “Lo farei anche con le mie figlie”
La stagione è appena iniziata, ma il calcio mondiale è sotto shock per lo scoppio di un nuovo caso: conseguenze inimmaginabili.
Di tutto il calcio femminile aveva bisogno, meno che del cosiddetto “caso Rubiales”. Era ormai piena notte in Australia lo scorso 20 agosto quando il famigerato bacio che l’ormai ex presidente della Federcalcio spagnola ha strappato alla calciatrice Jenni Hermoso ha interrotto istantaneamente ogni tipo di analisi sul campionato del mondo che si era appena concluso.
Il primo, storico successo della Spagna, l’incapacità dell’Inghilterra della ct Sarina Wiegman di fare il bis dopo l’affermazione agli Europei ospitati nel 2022, ma anche della nazionale degli Stati Uniti a tradurre sul campo l’indiscutibile superiorità che il proprio movimento può vantare a livello di tesserate. Queste ed altre considerazioni sono state dimenticate e l’attenzione mediatica se l’è presa tutta il gesto dell’allora capo di una delle federazioni calcistiche più potenti del mondo.
La posizione di Rubiales non è stata alleggerita neppure per il fatto che il dirigente è stato costretto a dividere le critiche con Jorge Vilda, il ct di quella Spagna iridata che sarebbe stato esonerato pochi giorni dopo, ufficialmente per la volontà della federazione di effettuare “cambi strutturali”, nella sostanza per l’appoggio manifestato a Rubiales durante l’Assemblea Straordinaria della RFEF, la Federazione spagnola, durante la quale il Presidente aveva provato a discolparsi.
Un rischio, quello dell’esonero per gli stessi motivi, corso anche dal ct della Spagna maschile Luis De la Fuente, che è tuttavia rimasto al proprio posto, lasciando alla sola divisione femminile la necessità di ricostruirsi, partendo sì da quanto di buono fatto sul campo in Australia, ma anche dalla necessità di mettersi alle spalle le polemiche e di ripartire con un nuovo ciclo dove il lato tecnico possa diventare quello predominante e l’unico del quale parlare.
Spagna, calcio nella bufera per il caso Rubiales
Certo, servirà tempo, quello che chiede anche lo stesso Rubiales per combattere contro il destino che pare inseguirlo, ovvero quello della precoce fine della propria carriera dirigenziale. Dopo la sospensione per 90 giorni decisa dal Comitato Etico della Fifa, infatti, necessaria per rimuovere subito Rubiales dalla guida della Federazione, attesa ora a elezioni dopo la reggenza affidata a Pedro Rocha, l’ex presidente sembra atteso da uno stop destinato a fare giurisprudenza anche a causa della vastissima eco mediatica che l’episodio incriminato ha ricevuto in tutto il mondo.
Rubiales comunque non vuole arrendersi e dopo la grande paura vissuta per le condizioni della madre, Angeles Bejar, che era entrata in sciopero della fame e della sete, poi rientrato, dopo le accuse mosse nei confronti del figlio, ha deciso di passare al contrattacco. Il dirigente nativo di Motril ha infatti rilasciato un’intervista esclusiva al giornalista inglese Piers Morgan, lo stesso che raccolse le confidenze di Cristiano Ronaldo poco prima di Qatar 2022, che sarebbero poi state alla base della rottura tra il portoghese e il Manchester United, consumatasi a gennaio.
Bacio a Hermoso, Rubiales si difende: “È stato un gesto paterno”
Nel corso della chiacchierata, anticipata parzialmente dal Sun, Rubiales è tornato a spiegare la natura di quel bacio rubato a Hermoso: “Le mie intenzioni erano nobili. Ero solamente entusiasta per la vittoria, non c’era niente di sessuale. Posso assicurarlo al 100%. Il bacio a Jenni è lo stesso che avrei dato a una delle mie figlie. Tra amici e familiari questo è molto comune, quel bacio è stato solo figlio di un momento molto felice, una celebrazione, un momento di euforia”.
Rubiales ha però poi ammesso che, dal punto di vista dell’immagine e alla luce anche del proprio ruolo istituzionale, il comportamento avuto non è stato corretto: Col senno di poi avrei fatto le cose diversamente, avrei dovuto agire in modo più solenne, freddo e diplomatico” le parole del dirigente, che ha poi svelato un retroscena relativo a un messaggio di sostegno via WhatsApp ricevuto il 23 agosto da parte di un membro dello staff della nazionale, che pochi giorni dopo lo avrebbe accusato apertamente di sessismo. “Non so che spiegazione darmi di tutto questo” ha argomentato Rubiales.