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Inchiesta doping, la ‘colpa’ è del figlio: ‘Non l’ho fatto apposta…’ | La sua carriera finisce qui

Lo stadio Ferraris a Genova
Lo stadio Ferraris a Genova – Ilgiornaledellosport.net

La confessione è clamorosa. La vicenda ora potrebbe davvero prendere una nuova piega.

Il mondo del calcio deve fermarsi ancora una volta per accertare le responsabilità di uno dei suoi protagonisti. Questa volta nessuno vorrà stare dalla sua parte. Il gesto che ha commesso è stato molto rischioso per il prosieguo della carriera.

Non parliamo solo del caso scommesse, con la verità che sta venendo a galla, evidenziando la posizione di Nicolò Fagioli, centrocampista della Juventus. Nel big match contro il Milan il giocatore ha iniziato a scontare la sua condanna.

In attesa di conoscere la posizione di Sandro Tonali, i suoi nuovi tifosi al Newcastle sembrano averlo già scagionato, dedicandogli uno striscione e tanti applausi nell’ultima gara interna vinta per 4-0 contro il Crystal Palace in Premier League.

Quando sembrava che lo scandalo potesse uscire dalla cronaca sportiva, ecco un nuovo episodio. Questa volta si tratta di doping e di un volto molto noto della nostra Serie A. Se le responsabilità saranno confermate, la sua carriera potrà considerarsi finita.

Colpa di uno sciroppo

Il Papu Gomez va incontro a una squalifica di 2 anni per aver commesso una leggerezza che nessuno si aspetterebbe da un calciatore della sua esperienza. L’episodio è davvero particolare.

Il giocatore avrebbe curato la tosse con il medicinale del figlio, senza pensare alle conseguenze. Il tutto senza avvisare nemmeno lo staff medico del suo ex club, il Siviglia. C’è tuttavia una novità in arrivo per potrebbe venire in soccorso dell’ex capitano dell’Atalanta.

Papu Gomez
Papu Gomez – Ilgiornaledellosport.net

Il giocatore fa chiarezza sui social

“Comunico ai media e all’opinione pubblica quanto segue”. Inizia così la dichiarazione del Papu sui suoi profili social. Ecco le sue parole: “Confermo che mi è stata comunicata la decisione del Comitato sanzionatorio antidoping della Commissione spagnola per la lotta al doping nello Sport, con la quale è stata decisa la sospensione della mia licenza federale per un periodo di due anni”.

Dopo aver ribadito la sua correttezza e la sua coerenza di fronte ai valori di questo sport, il calciatore ha finalmente espresso la sua responsabilità. “L’ipotesi di reato deriva dalla presenza di terbutalina nel mio organismo in conseguenza del fatto che ho ricevuto per sbaglio, involontariamente, un cucchiaio di sciroppo della tosse di mio figlio piccolo. Va comunque sottolineato che l’assunzione per uso terapeutico di tale farmaco è consentito agli sportivi professionisti e non migliora in alcun modo le prestazioni”.