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Dal viola, al… rosso dei conti da far quadrare, Effenberg, te lo ricordi? Ora fa l’impiegato in banca: specialità della casa, credito sportivo

Stefan Effenberg e Brian Laudrup alla Fiorentina nel 1993 - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Stefan Effenberg e Brian Laudrup alla Fiorentina nel 1993 – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

La (strana) storia dell’ex centrocampista di Bayern, Fiorentina e nazionale tedesca: un talento “spigoloso” e un presente da non credere.

Quali sono i sogni nel cassetto di un calciatore tedesco? Giocare nel Bayern Monaco, il club più influente e vincente della nazione. E poi, ambizione comune a tutti, disputare almeno un campionato del mondo con la maglia della Mannschaft.

Facile a dirsi, ben più difficile a realizzarsi. Eppure, anche se può sembrare incredibile, c’è chi è riuscito a meritarsi sul campo entrambe le possibilità, salvo poi sprecarle. Stiamo parlando di Stefan Effenberg, uno dei giocatori più controversi della storia recente.

Quanto a qualità tecniche il ragazzo ne possedeva in quantità, rappresentando lo stereotipo del calciatore tedesco. Alto, biondo, possente, testa alta, numero 10 sulle spalle, visione di gioco, tecnica, tiro. Capelli a parte, sembra l’erede di Lothar Matthaus, con il quale, ironia della sorte (o forse no..) entrerà in rotta di collisione nella sua seconda esperienza al Bayern.

Stefan a Monaco c’arrivò ad appena 22 anni, dopo aver stupito tutti da teenager al Borussia Moenchengladbach. E in quegli anni arrivò anche il debutto nella nuova nazionale tedesca post caduta del Muro, fresca di titolo mondiale in Italia. Insomma, Effenberg sembrava avere il mondo (del calcio) tra le mani.

Tanto genio, parecchia sregolatezza: le discese e le risalite di Stefan Effenberg

Quasi subito, tuttavia, emerse qualche spigolo caratteriale di troppo. Gli scontri con compagni e allenatori iniziarono ad essere frequenti e da quelle parti non si va molto per il sottile: “Sei fuori!”. Ecco allora la chiamata della Fiorentina che con la famiglia Cecchi Gori e un giovane Batistuta al centro dell’attacco sogna in grande.

Le cose tuttavia dopo un buon inizio si complicano, la Viola finisce addirittura in B, categoria dove Stefan non pensa neppure di giocare. Lo vuole il Milan, ma non se ne fa niente, così proprio alla vigilia del Mondiale ’94 il tedesco si trova a giocare tra i cadetti. La Fiorentina stravince il campionato ed Effenberg vola negli Usa con la nazionale campione del mondo.

Il Bayern Monaco campione d'Europa nel 2001 - Fonte X - Ilgiornaledellosport.net
Il Bayern Monaco campione d’Europa nel 2001 – Fonte X – Ilgiornaledellosport.net

Dalla Champions… allo sportello: la nuova vita di Effenberg con il calcio nel destino

Lieto fine in arrivo? Niente affatto, perché la partita dopo essere stato sostituito durante la partita contro la Corea del Sud il biondo fa un gestaccio ai tifosi che lo contestano. La Federazione non transige, Mondiale finito con effetto immediato. Sembra la fine di tutto, ad appena 26 anni, invece questa volta Effenberg si rimbocca le maniche e… ricomincia il giro. Dopo un salutare passaggio di ritorno al Moenchengladbach ecco la seconda chiamata del Bayern per un quadriennio da protagonista con due finali Champions, una drammaticamente persa col Manchester United, una vinta ai rigori a Milano contro il Valencia da capitano.

Stefan ha fatto pace con il calcio e pazienza per gli anni di talento sprecati. Dopo il ritiro, però, e una fugace esperienza da allenatore, capisce che è ora di voltare pagina. Da 15 anni Effenberg fa l’impiegato di banca in Turingia, con specializzazione nel credito sportivo. Tra i suoi clienti c’è stato anche l’Atletico Madrid. I conti sul campo non sono sempre quadrati, ma ora è un’altra storia…