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Bove ricomincia: ma dove e come? Ecco cosa succede dopo la sua decisione

Edoardo Bove - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Edoardo Bove – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Per il centrocampista si prospettano mesi di attesa dopo il dramma vissuto: il proseguimento della carriera è appeso un filo sottilissimo.

Sin dal suo arrivo all’ospedale Careggi, successivo al grave malore accusato durante Fiorentina-Inter, Edoardo Bove è stato circondato da un oceano di amore e affetto spontaneo. Quasi soffocante, al punto che già all’indomani del dramma il centrocampista ha chiesto e ottenuto che venisse salvaguardata la propria privacy.

Una richiesta per il giocatore, una necessità per l’equipe di medici che se lo è preso in cura, consapevole di come dopo quanto subito Edo avesse bisogno di tranquillità in vista di un ricovero che è stato medio-lungo, ma doveroso per effettuare tutte le analisi del caso.

Ora che le dimissioni sono realtà, tuttavia, che il peggio è definitivamente alle spalle dal punto di vista della salute, è tempo di iniziare la partita più difficile, almeno sul piano professionale. Perché una volta che il quadro clinico è stato stabilizzato e che il giocatore ha accettato di farsi impiantare un defibrillatore sottocutaneo è tempo di tornare a pensare al calcio.

Quella che attende Bove è una partita dalla durata imprevedibile, con il rischio di supplementari palpabile. Fuor di metafora, il prodotto del vivaio della Roma potrebbe sapere con certezza solo tra qualche mese se la sua carriera in ascesa è già finita o se, grazie a quello che sarebbe un miracolo, tutto può tornare come prima di quel maledetto 15’ di Fiorentina-Inter.

Bove, dopo la paura è il momento di attesa e speranza: la situazione

Il sì alla proposta dei medici di impiantare il defibrillatore è stato di fatto dovuto per Bove, messo al corrente di una diagnosi che non lasciava molte strade alternative non tanto sotto il profilo professionale, bensì su quello strettamente umano. Edo è infatti affetto da una miocardite ventricolare per arginare la quale quel dispositivo è indispensabile. Il calcio può attendere, la vita no. Ma quanto può attendere?

In virtù della giovane età del soggetto si è deciso che il defibrillatore potesse essere removibile. La speranza di Bove di tornare a giocare in Italia, meglio se nella Fiorentina, è appesa anche a questo, ma soprattutto all’esito degli esami approfonditi eseguiti al Careggi. Serviranno un paio di mesi per conoscere la verità definitiva e nel mentre Bove dovrà tenere un regime di vita all’insegna del riposo.

Striscione tifosi Roma per Edoardo Bove - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Striscione tifosi Roma per Edoardo Bove – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Carriera a rischio? Edoardo Bove ha espresso la propria preferenza

Niente attività sportiva, neppure minima, nella speranza che il verdetto sia quello sperato. Ovvero che a originare quella lesione al ventricolo sinistro sia stato il long Covid contratto nel 200 e che non si tratti di una cardiomiopatia più profonda. Nel primo caso una terapia farmacologica e il riposo potrebbero risolvere il problema. In parte, ma non del tutto.

Per riottenere l’idoneità sportiva e tornare a giocare in Italia, infatti, Bove avrebbe bisogno della rimozione di quel defibrillatore. Uno scenario legato solo all’ipotesi di cui sopra, ma che in ogni caso appare poco realistico, dal momento che nessun medico si assumerebbe la responsabilità di una decisione così delicata. Ad oggi Bove, la cui carriera è ovviamente diversa rispetto a quella di Christian Eriksen, ha in testa solo il calcio italiano. Per il piano B c’è sempre tempo. Ora si può solo riposare e sperare.