Roberto Baggio sotto choc di corsa in ambulanza: violenza terribile contro il Divin Codino
Ore d’apprensione per uno dei calciatori più amati e trasversali della storia del calcio italiano: la sua disavventura sconvolge i tifosi.
Ci sono campioni che sono identificati con una sola maglia, pur avendone cambiate tante in carriera. A fare la storia del calcio, infatti, non sono solo i giocatori–bandiera, quelli che hanno legato la propria carriera solo a una squadra, che pure rappresentano la fetta più magica e romantica del romanzo calcistico.
Non sempre, infatti, cambiare tante squadre è sinonimo di scarso attaccamento ai colori che si rappresentano. In particolare nel calcio moderno la fedeltà è un valore raro, quanto dipendente da ragioni economico-strategiche che rischiano spesso di sopravanzare quelle del cuore e di chi si trova costretto molte più volte rispetto a quante avrebbe voluto a impugnare la penna per firmare un nuovo contratto.
Roberto Baggio è il calciatore “non bandiera” per eccellenza, quello che ciascun tifoso delle tante squadre nelle quali il fuoriclasse di Caldogno ha giocato sente proprio pur avendo goduto delle sue magie per un periodo di tempo non troppo lungo. Merito delle emozioni che certe giocate hanno saputo procurare, ma anche del carattere, schivo e ben lontano da ogni ruffianeria, che fa dell’ex Divin Codino uno dei giocatori più amati di sempre.
Certo, se bisognasse scegliere una maglia con la quale identificare Baggio tutti sarebbero d’accordo nel puntare su quella della nazionale. Con la “squadra di tutti” Roby ha saputo dare il meglio di sé, spesso nonostante condizioni atletiche più che precarie. L’ex fantasista ha disputato tre Mondiali con la maglia azzurra, con fortune e minutaggi differenti, ma in tutti c’è almeno un frammento e un’immagine che i tifosi ricollegano a Baggio.
Il dramma di Roberto Baggio: tifosi in ansia per il campione più amato
Il destino ha invece voluto che la leggenda del calcio italiano non disputasse nessun campionato europeo. Troppo giovane nel 1988, nel 1992 l’Italia non si qualificò, nel ’96 e nel 2000 i ct non lo presero in considerazione. E proprio ad un Europeo, ma vissuto da spettatore, Baggio lega un ricordo terribile, quello di un’esperienza che ha cambiato per sempre la sua vita.
Lo scorso 20 giugno si è disputata Italia-Spagna, partita valida per la fase a gironi di Euro 2024. I futuri campioni si imposero grazie a un’autorete di Calafiori, al termine di una partita dominata dalla Roja. Baggio, che proprio contro la Spagna disputò una partita storica ai Mondiali ’94, stava trepidando con la propria famiglia davanti alla tv quando è stato vittima di una violenta e drammatica rapina.
I 40 minuti più brutti di sempre: Baggio racconta il proprio calvario
Come riportò il ‘Corriere della Sera’, erano circa le 22 quando una banda di almeno cinque persone, tutte armate, ha fatto irruzione nella villa di Altavilla Vicentina. D’istinto Baggio cercò di affrontare uno dei malviventi ma dopo una breve colluttazione è stato colpito in fronte con il calcio di una pistola riportando una ferita profonda. Roberto e i suoi familiari sono stati poi rinchiusi in una stanza mentre i ladri mettevano sottosopra la villa e realizzavano il bottino. L’incubo è durato 40 minuti poi, una volta accortosi che i rapinatori avevano abbandonato la casa, Baggio ha buttato giù la porta chiamando i Carabinieri.
L’ex giocatore è stato poi portato al pronto soccorso di Arzignano, dove è stato medicato con alcuni punti di sutura in fronte, mentre il resto della famiglia se l’è cavata solo con un forte spavento. La notizia si diffuse subito, seminando preoccupazione tra gli appassionati di calcio. “Io e la mia famiglia desideriano ringraziare tutti per il grande affetto ricevuto. Ora rimane da superare la paura” il messaggio che Baggio ha poi voluto diffondere attraverso il proprio manager storico Vittorio Petrone.