Dalla fama alla fame, Schillaci è diventato un senzatetto: “Sta male” | Denutrito, vive in strada: parte l’appello social
Una carriera che sembrava promettere grandi traguardi, poi il tracollo: il mondo del calcio sotto choc per il declino dell’ex campione.
Onori e gloria fino a quando i riflettori sono accesi e i gol fioccano, al pari delle prime pagine sui quotidiani, magari non solo sportivi. Poi, quando l’incantesimo finisce, l’oblio può scattare immediato e quelle stesse interviste che da professionista erano un fastidio si trasformano in un’oasi sognata quanto inarrivabile.
Questa è la vita del calciatore. Ieri come oggi. Senza distinzioni legate a qualità tecniche e censo. Il percorso è in verità simile a quello di quasi tutti gli sportivi, chiamati a fare i conti con una carriera breve e spesso molto intensa, destinata a concludersi in età variabili a seconda della disciplina, ma con sempre un lungo tragitto di vita ancora da percorrere.
C’è chi studia mentre gioca, in modo da garantirsi un futuro anche quando il percorso sui campi sarà concluso, ma la maggior parte di chi appende al chiodo i fatidici strumenti del mestiere fa il possibile per rimanere all’interno dell’ambiente che ha assicurato fama, denaro e visibilità, cercando di affermarsi come tecnico, agente o magari come opinionista.
Lo sport professionistico è però praticato da milioni di persone ad alto livello, pertanto non può esserci spazio per tutti nel post-carriera. E se c’è chi, restando al calcio, non chiede di meglio che “sparire” una volta smesso di giocare, arrivando anche a dimenticare o a parlare malvolentieri della propria parentesi sportiva, c’è anche chi viene abbandonato e dimenticato e non riesce a uscire dal tunnel.
Dalla Lazio alla vita da clochard: il declino di Maurizio Schillaci
La storia è purtroppo piena di ex calciatori finiti in disgrazia, sul piano della salute o su quello economico, se non in entrambi. Questo è ciò che è accaduto a un promettente attaccante degli anni ’80, in possesso di un cognome illustre, ma già avviatosi verso il declino, non solo in campo, quando il parente più famoso era ancora nel pieno della carriera.
Stiamo parlando di Antonio Maurizio Schillaci, cugino del più famoso Salvatore, per tutti Totò. Di due anni meno giovane rispetto al centravanti delle Notti Magiche, Maurizio sembrava destinato a un’ottima carriera nelle giovanili del Palermo. Valorizzato da Zdenek Zeman a Licata tra il 1984 e il 1986 il successivo passaggio alla Lazio pareva la piattaforma ideale per la consacrazione.
Schillaci senzatetto: l’appello dei volontari di Palermo
Complice anche qualche infortunio, invece, Schillaci risultò una meteora nella famosa stagione dei -9, in Serie B nel 1986, con appena 11 presenze, ma un gol, decisivo, nella trasferta di Cagliari. Dopo il trasferimento al Messina, nel ricordo delle imprese del cugino, Maurizio finì però nel tunnel della cocaina arrivando addirittura a trasformarsi in un senzatetto a Palermo. Una vita che l’ex giocatore fa da ormai due anni, con inevitabili conseguenze per la propria salute.
Oggi, a 62 anni, Schillaci vive per la strada con il suo cane Ciccio. A prendersi cura di lui, e a lanciare l’allarme sulle sue condizioni, sono stati alcuni volontari, tra i quali Giusy Caldo, che ha utilizzato i social per inquadrare la situazione: “Maurizio si trova in uno stato di denutrizione importante. È stanco di alimentarsi con pietanze acquistate. Vi chiedo… Riusciamo ad organizzare dei turni e cucinare un pochino l’uno portando delle cose cucinate fatte in casa? Se ti va, scrivimi”. Un appello struggente, che si spera venga raccolto anche da chi, con Maurizio, ha condiviso, magari anche per poco, i riflettori del calcio professionistico. Quella luce si è spenta da tempo, ma quella della vita di Schillaci deve restare accesa.