Inter, ennesima rivoluzione: Inzaghi non ha pace, costretto a cambiare tutto di nuovo | Per i campioni é il momento della verità
Grazie ai quattro acquisti estivi la rosa dei nerazzurri non sembra avere punti deboli: il turnover è una necessità, ma spunta un imprevisto.
Due buone partite, quasi da ordinaria amministrazione. Le prime due gare con addosso la maglia recante le due stelle non hanno permesso di giudicare il reale potenziale dell’Inter campione d’Italia e le concrete possibilità di confermarsi al vertice del calcio italiano.
Contro il Genoa la squadra di Inzaghi non è riuscita a tornare a casa con i tre punti a causa dei tanti errori davanti alla porta del Grifone e a qualche disattenzione di troppo in fase difensiva. La prima a San Siro contro il Lecce è invece stata una sinfonia quasi perfetta, con Inzaghi visibilmente più soddisfatto.
Eppure per giudicare la nuova Inter è ancora presto. Ammesso che una nuova Inter esista, dal momento che nessuno dei quattro acquisti consegnati al tecnico dai dirigenti nerazzurri sembra poter ambire realisticamente ad una maglia da titolare. Vero, però, che la stagione è lunga e che l’obiettivo di inizio mercato era proprio quello di allungare la rosa.
Traguardo centrato, nella speranza che lo stesso Inzaghi sappia utilizzare al meglio l’arma del turnover. Perché è vero che, Mondiale per club compreso, il rischio è quello di giocare anche più di 60 partite da settembre a luglio, ma poi quelle più importanti le vogliono disputare tutti, possibilmente dall’inizio, e anche la turnazione è un’”arte”.
Inter, ora la rosa è super: Inzaghi e l'”obbligo” del turnover
Quanti spogliatoi anche di squadre di valore abbiamo visto rompersi, o palesare preoccupanti crepe, proprio perché l’allenatore non era riuscito a valorizzare tutto il patrimonio tecnico a disposizione, distribuendo male i minutaggi e in generale non scegliendo le formazioni più adeguate per le singole partite e i diversi avversari?
Inzaghi non appartiene a questa categoria, anche se più di qualche osservatore gli rimprovera poca fantasia al momento delle sostituzioni. Gli innesti di Palacios in difesa, di Zielinski a centrocampo e di Taremi in attacco vanno proprio in questa direzione e qualcosa lo si è già intravisto dalle scelte tecniche effettuate nelle prime giornate.
Lautaro dipendenza? Inzaghi riflette sull’insostuibilità del Toro
Al debutto a Genova Lautaro è partito dall’inizio, ma senza brillare. lasciando la scena a Marcus Thuram e uscendo prima della fine. Un affaticamento muscolare avrebbe poi impedito al Toro di affrontare il Lecce, facendo letteralmente tremare Simone in vista della gara contro l’Atalanta, valida per la terza giornata. Martinez ha stretto i denti scendendo in campo, ma Taremi era comunque pronto anche per giocare dall’inizio insieme con Thuram.
Non è andata così e l’iraniano è stato costretto a mordere il freno dopo il buon debutto da titolare contro il Lecce. La sensazione, quindi, è che Simone abbia già fatto le proprie scelte. Almeno per il momento, l’intenzione pare quella di affidarsi ai titolari nelle partite contro pari grado, per poi aprire leggermente al turnover al cospetto di avversari “abbordabili”. Quel che è certo è che, oltre a Taremi, anche Frattesi e Zielinski scalpitano e che prima o poi qualche avvicendamento in più sarà necessario a prescindere da chi ci sarà di fronte. Anche perché nella nuova super Champions di partite facili potrebbero vedersene molto poche…