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Shock 300 milioni di danni, la Serie A rischia il tracollo: attacco criminale senza precedenti

ilgiornaledellosport
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Già gravati dalle conseguenze della pandemia, i bilanci delle società devono fare i conti con un’altra piaga: ecco i numeri che fanno paura.

La Serie A 2024-’25 è andata ai box per la terza e ultima volta del 2024 con un’ammucchiata quasi mai vista nelle prime posizioni. Sei squadre vicinissime tra loro alle quali vanno aggiunte Milan e Bologna, leggermente staccate, ma con una partita da recuperare. Tra big tradizionali e sorprese, ce n’è per tutti i gusti.

Addetti ai lavori e semplici tifosi si sono affannati nel cercare di capire se questo sia un bene o un male per la salute del movimento, non prima di aver provato a individuarne le cause. Il dilemma di partenza ha riguardato la qualità del prodotto: il livellamento c’è stato verso l’alto, grazie alla crescita delle medio-grandi, o verso il basso?

Se il primato del Napoli non può essere considerato sorprendente, vedere Lazio e Fiorentina ad un passo dal primo posto spinge a pensare che più che le big a flettere sia stata la “borghesia” della Serie A a crescere, a livello di risultati e di prestazioni. Al gruppone manca giusto la Roma, ma tutto fa pensare che la lotta per scudetto e posti in Europa sarà accesa fino alla fine.

Il pubblico, peraltro, sembra gradire tanto il livello di spettacolo offerto dalle partite che questo equilibrio che rende quasi tutte le gare incerte fino alla fine. I dati in possesso della Lega Serie A circa le percentuali di riempimento degli stadi “veri” e di quelli “virtuali”, ovvero degli ascolti tv, sono infatti in significativo ed incoraggiante aumento.

La Serie A torna a divertire, ma un dato gela gli entusiasmi: il problema è serio

La tendenza dura in verità da qualche anno ed è un aspetto che, unito all’exploit delle italiane nelle coppe europee nell’ultimo biennio, porta a pensare che il movimento calcistico italiano stia riprendendo quota nel confronto con gli altri tornei top d’Europa, dopo tanti anni nei quali la distanza era parsa incolmabile. Non è tuttavia purtroppo tutto oro quello che luccica.

C’è infatti un’altra classifica nella quale essere virtuosi significa non occupare i primi posti, ma al contrario possedere percentuali infinitesimali vorrebbe dire aver vinto una delle partite più importanti contro cui la società moderna è costretta a combattere. Stiamo parlando della lotta alla pirateria, alla quale il calcio ha dichiarato guerra da tempo, ma senza risultato.

Calcio in tv - Foto Lapresse - Ilgiornaledellosport.net
Calcio in tv – Foto Lapresse – Ilgiornaledellosport.net

Numeri choc, la Lega Serie A lancia l’allarme: “300 milioni di danni”

Il grido d’allarme è arrivato durante un convegno svoltosi presso la sala stampa dello stadio Olimpico nell’ambito del ‘Social Football Summit’. L’ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha snocciolato cifre che denunciano quanto ci sia ancora da fare, ma soprattutto quanto la moda del “pezzotto” si ritorca contro le stesse società, oltre che sui broadcasters: “La pirateria alimenta un meccanismo criminale che finanzia altre attività illecite e che ha un impatto negativo sull’attività economica di tutto il paese – le parole di De Siervo – Il danno stimato è in circa 300 milioni di euro all’anno in meno per i club di Serie A, che potrebbero destinare tale somma sul mercato”.

Chissà se proprio questo dato non spinga quella fetta ancora troppo ampia di appassionati e tifosi a scegliere la strada della legalità per seguire il calcio. La velocità di crociera di questa attività criminale è di 800.000 euro al giorno” ha aggiunto Romano Righetti, general counsel di Dazn, fatalmente in prima linea contro la piaga della pirateria. “Tutto questo incide negativamente anche su Pil e occupazione” ha invece osservato il generale Gaetano Cutarelli della Guardia di Finanza. Il calcio in Italia è una passione, ma anche un’industria. Due concetti che devono imparare ad andare di pari passo.