Milan, polveriera fuori controllo: Fonseca non basta, chiunque fa come gli pare I Torna di moda l’hashtag #Out
La tregua è già finita, in casa rossonera il “caso rigori” di Firenze apre una nuova falla nel rapporto tra gruppo e allenatore.
La mini-serie positiva si è interrotta anche in campionato, dopo che già in Champions League qualche crepa era emersa. Alla seconda sosta della Serie A il Milan arriva con ancora tanti punti interrogativi. Forse qualcuno in meno rispetto a settembre, ma a piangere in casa rossonera non sono solo le classifiche.
Anzi. Paradossalmente, ma non troppo, i cinque punti da recuperare in campionato sulla capolista Napoli preoccupano meno rispetto a un quadro generale che durante i lunghissimi 14 giorni senza impegni ufficiali faranno discutere e non poco i tifosi del Diavolo sui social. Un pizzico di più inquieta quello zero nella classifica della nuova Champions League, ma in questo caso è il calendario a dare conforto.
Quello stesso calendario che nelle prime sette partite di campionato il Milan ha onorato solo in parte, facendo il proprio dovere contro Venezia e Lecce dopo non esserci riuscito contro il Torino al debutto e nella rovinosa trasferta di Parma. In mezzo tra l’avvio stentato e la rinascita c’è stato il pareggio in casa della Lazio, prima del derby della (teorica) rinascita.
Quella notte è stata troppo emozionante per tifosi e dirigenti del Milan per iniziare subito a riflettere se si sia trattato della classica reazione di chi ha visto il baratro o di una svolta effettiva. Da quella partita in avanti la squadra ha mostrato un volto riconoscibile, ma se dopo Leverkusen ci si era iniziati a chiedere se e quanto il modulo a quattro punte potesse rappresentare realmente il canovaccio da seguire durante la stagione, contro le piccole come contro i top team, il ko di Firenze ha portato alla luce fantasmi di ben altra natura.
Milan, Fonseca è di nuovo un caso: Theo e non solo, il tormentato rapporto con i senatori
Vero è che perdere al Franchi per il Milan non è una novità. La rocambolesca sconfitta per 3-2 nell’anno dello scudetto, con gli errori in serie di Tatarusanu e dello stesso Gabbia, non lasciò scorie nella corsa al titolo. Il rischio è che non accada così dopo questo nuovo rovescio, scandito dalle insubordinazioni del gruppo nei confronti di mister Fonseca. Il riferimento è ovviamente all’autogestione nella scelta dei rigoristi, un’altra brutta pagina anche a livello di immagine.
Un mese e mezzo dopo l’ammutinamento di Roma durante il famoso cooling break snobbato da Leao e Theo Hernandez, torna quindi in discussione la leadership del tecnico portoghese, le cui indicazioni sono state snobbate. Pulisic è il primo rigorista designato, eppure al cospetto di De Gea si sono presentati prima Theo e poi Abraham. Sbagliando, ma questo è un dettaglio, almeno per la questione aperta. Quella della credibilità del tecnico all’interno e all’esterno dello spogliatoio.
Alta tensione Milan: la società fa quadrato attorno al tecnico
La scelta di Fonseca di esternare in conferenza le disobbedienze del gruppo non ha certo rafforzato la sua posizione, ma soprattutto rischia di aver aperto un’altra crepa nel rapporto con la squadra. Tornano quindi alla mente quegli abbracci mancati al mister dopo la vittoria nel derby, Morata a parte. Vero che per ottenere risultati non bisogna necessariamente andare a cena fuori con il proprio allenatore, ma neppure parlare due lingue diverse. La posizione della società, tuttavia, è al momento chiara. Fonseca ha puntellato la propria panchina tra una sosta e l’altra così al momento l’hashtag #Fonsecaout è tornato di moda solo per qualche tifoso.
Neppure tanti, comunque, dal momento che il popolo rossonero incolpa soprattutto la mancanza di riferimenti in società per dare forza alla posizione dell’allenatore. In questo momento l’indice dei dirigenti è puntato contro i giocatori, in particolare Theo. Tra il capitano e l’allenatore è gelo profondo, i due indizi in 40 giorni sono segnali inequivocabili. La multa e il gelo sul tema rinnovo mettono in dubbio il futuro del francese. Chissà cosa penserà a riguardo il resto del gruppo. Per saperne di più forse non sarà necessario aspettare il prossimo penalty.