“Lo scarto della Roma”: sull’altra sponda se lo godono, sul Lungotevere si chiedono: colpa di Mou o di chi?
Dopo le partenze ùestive, Pedro è l’idolo indiscusso dei tifosi della Lazio e un rimpianto con tanti perché sull’altra sponda cittadina.
La stagione del calcio italiano ha appena preso il via, ma la parola “derby” è già molto scottante da pronunciare. Non necessariamente per fatti di campo. Il riferimento è ai gravi disordini che hanno preceduto e accompagnato la stracittadina di Coppa Italia tra Genoa e Sampdoria, ma non solo.
Anche Inter e Milan hanno già disputato il primo confronto stagionale. I rossoneri sono stati capaci di spezzare la striscia di sei sconfitte consecutive contro i cugini, pochi giorni prima che scoppiasse la bufera per le intercettazioni che hanno affratellato nel più triste dei modi le Curve delle due squadre, sedi del tifo più passionale, ma evidentemente non solo.
Roma dovrà aspettare l’inizio del 2025 per veder giocare l’andata di un match come sempre molto sentito e che quest’anno si colorerà di tinte inedite. I nuovi allenatori su ambo le panchine, la speranza di poter disputare il primo incrocio capitolino in Europa, ma anche, allo stato attuale, i diversi umori di due piazze che avevano approcciato la stagione con sensazioni diverse, ma già ribaltate.
In casa Roma ci si aspettava continuità con la conferma di De Rossi, alla Lazio si era pronti a concedere tempo a Baroni, peraltro un ex romanista, per avviare il nuovo ciclo. Per il momento le cose stanno andando in senso opposto e tra i protagonisti della Lazio ringiovanita che vince e diverte c’è anche un “vecchietto” che dall’altra parte del Tevere conoscono bene.
Pedro “l’infinito” spacca la Capitale: orgoglio Lazio, rimpianto Roma
Sarà per la presenza nel proprio cognome di quel “Ledesma” che ai tifosi biancocelesti evoca dolci ricordi di un recente capitano, ma Pedro Eliezer Rodriguez Ledesma, per tutti Pedro, sta fungendo da perfetto anello di congiunzione tra un ciclo che si è chiuso ed un nuovo che sembra promettere molto bene. Alla quarta stagione con la Lazio l’ex Barcellona, classe ’87, si sta però rivelando fondamentale non solo come uomo spogliatoio.
“Pedro è un giocatore straordinario, è un riferimento constante e un modello da seguire” il panegirico del tecnico toscano dopo la super prestazione contro il Nizza in Europa League. Poi è arrivato il gol decisivo da subentrante contro l’Empoli. Dopo essere stato più volte vicino all’addio nelle ultime due estati, Pedrito è ormai un simbolo della lazialità, oltre che un rimpianto per l’ambiente Roma.
Da Calafiori a De Bruyne: tutti gli scarti (di successo) di José Mourinho
La sua unica stagione in giallorosso, nel 2020-’21, fu infatti seguita dall’emarginazione subita da José Mourinho, approdato sulla panchina della Roma al posto di Paulo Fonseca. Uno smacco che l’unico giocatore della storia ad aver vinto tutti i maggiori trofei internazionali sia a livello di club sia di nazionali lavò con… l’attraversamento della barricata.
Così, pur con tanti altri problemi da dibattere, i tifosi della Roma si stanno dividendo sul tema. Pedro è un rimpianto o meno? E fin dove arrivano le responsabilità dello Special One? La certezza è che l’ex Barcellona si unisce ad una schiera già piuttosto folta di campioni illustri bocciati da Mou in maniera preventiva. Da Iker Casillas, bandiera del Real Madrid giubilata dal portoghese, fino a Riccardo Calafiori, del quale evidentemente José non ha saputo apprezzare le qualità nel poco tempo trascorso insieme a Roma. Il caso più clamoroso resta però quello di Kevin De Bruyne. La scintilla tra il belga e Mourinho al Chelsea non scattò mai, così la cessione al Wolfsburg fu inevitabile. Storie di sliding doors e di rimpianti. Anche i più grandi sbagliano…