19 cessioni, Juve rivoluzionata: Motta e le sliding doors, ma ci sono ancora musi lunghi
Il mercato è finito e in casa bianconera è iniziata una nuova era: rosa stravolta e scontenti ceduti. Sorridono quasi tutti…
La lunga estate si è finalmente conclusa. Ora è tempo di un salutare periodo di riposo, comunque sempre attivo e non troppo lungo, perché, si sa, il mercato non dorme mai, neppure a sessione finita. E perché gennaio non è poi così lontano. Per agenti e direttori sportivi vacanze fa rima con settembre.
Solo a partire dalla seconda metà, però, perché fino alla fine della prima decade del mese ci sono paesi in cui il mercato è aperto e che possono rivelarsi “miniere” in cui smistare quegli esuberi che neppure i più navigati dei dirigenti erano riusciti a piazzare, ma che non rientrano nei piani di società e allenatore.
Ecco allora che l’ultima fatica di Cristiano Giuntoli reca la data del 10 settembre. La cessione in prestito di Filip Kostic al Fenerbahce ha chiuso il mercato in uscita della Juventus e sigillato quella che è stata una vera e propria rivoluzione. Il tutto un anno dopo la prima sessione vissuta da dirigente bianconero quando, complice il ban dalle Coppe e un budget ridotto all’osso, il Managing Director Football bianconero aveva avuto ben poca libertà di movimento, limitandosi ad ingaggiare Tim Weah.
In 12 mesi l’orizzonte è cambiato. Il ritorno in Champions League e le rinnovate ambizioni societarie, oltre all’arrivo dei propri uomini di fiducia, hanno permesso al dirigente toscano di iniziare a operare. Da qui la campagna acquisti sontuosa in entrata, che si è tuttavia dovuta accompagnare a un lavoro altrettanto importante alla voce cessioni.
Mercato Juventus, quanti addii: Giuntoli ha ceduto… due squadre
Un occhio a bilancio e monte ingaggi va infatti sempre dato, senza trascurare il fatto che tanto per la Serie A, quanto perché le liste da presentare per Serie A e Champions non sono illimitate. Così se, come recita un vecchio adagio, un bravo dirigente si vede più da come vende che da come acquista, Giuntoli può archiviare l’estate con il massimo dei voti.
Sono infatti ben 19 le operazioni in uscita chiuse dalla Juventus, solo nove delle quali riguardanti giocatori che nella scorsa stagione non avevano indossato la maglia bianconera. Giuntoli è quindi riuscito a muovere di fatto un’intera squadra, riuscendo a incassare 103 milioni di cartellini, senza contare il cospicuo risparmio alla voce ingaggi. È questo il caso di Wojciech Szczesny, il cui addio non ha fruttato nulla a livello di cartellino. Così come i prestiti di De Sciglio e Miretti e dello stesso Kostic, oltre che ovviamente le partenze degli svincolati Alex Sandro e Rabiot.
Juventus: un’estate (quasi) perfetta, ma gli scontenti non mancano
Il tesoretto più significativo è legato alle cessioni dei talenti made in Next Gen che, bonus esclusi, hanno fatto incassare 57 milioni. Dai 25,6 di Soulé alla Roma fino ai 15 di Huijsen al Bournemouth e ai 13 di Kean alla Fiorentina, passando per i 22 della coppia Iling-Barrenechea, passati all’Aston Villa nell’operazione Douglas Luiz. Dulcis in fundo Federico Chiesa, ceduto al Liverpool per 12 milioni più bonus sul finire del mercato. Un mezzo capolavoro a 10 mesi dalla scadenza del contratto di colui che, per buona parte de tifosi bianconeri, rappresenta il grande rimpianto dell’estate.
Oggi la rosa della Juve è quindi composta da 27 elementi, compresi i tre portieri e i cinque giovani promossi dalla Next Gen e solo da giocatori di proprietà, eccetto Kalulu. Certo, qualche scontento c’è sempre in una rosa. È il caso di Arthur, a conti fatti l’unico esubero rimasto in organico. Il brasiliano, che pure non rientrava nei piani tecnici, cercherà di ritagliarsi uno spazio nel foltissimo centrocampo bianconero, forte di caratteristiche che possono piacere a Motta.