L’ex Real Madrid che sognava di diventare attore: tutto vero, lo hanno cercato per il ruolo di James Bond | “Era il mio sogno da bambino”

Volare troppo in alto può far bruciare le ali: la storia di un Icaro calcistico che voleva sfondare in un altro ambito.
Dura la vita da eredi al trono, soprattutto se il predecessore è stato uno che la corona l’ha portata più che degnamente per tanti anni. Uno di quei re, insomma, in grado di fare la storia e che già prima della cerimonia avevano già le stigmate del predestinato.
Juventus, Inter e Real Madrid ne sanno qualcosa alla voce “terzini sinistri”. Sarà perché al mondo ci sono più destrorsi che mancini o perché nel calcio chi usa meglio il sinistro vuole giocare più avanti (peraltro, spesso riuscendoci abbastanza bene…), fatto sta che tre dei club più blasonati al mondo hanno dovuto fare i conti per anni con una lacuna insopportabile.
I bianconeri hanno cercato per anni l’erede di Antonio Cabrini, senza di fatto mai riuscire a trovare un interprete all’altezza (non facile…) e attendendo almeno 15 anni prima di riuscire a trovare un numero 3 di caratura internazionale. All’Inter tra Giacinto Facchetti e Andy Brehme si sono fatti svariati tentativi, gli stessi effettuati a Madrid dopo l’era Roberto Carlos.
Proprio riguardo al brasiliano va detto che il suo passaggio da incompreso in giovane età in nerazzurro rappresenterà un eterno rimpianto per la storia del club. Grande almeno quanto l’elenco degli aspiranti eredi di uno dei fluidificanti più forti di tutti i tempi, in grado di rinverdire la memoria dei terzini d’assalto del grande Brasile.
L’illusione Real e il doppio ritiro: ascesa e declino di un campione mancato
Al Real si sono poi “accontentati” delle gesta di Marcelo, non all’altezza dell’illustre connazionale, ma comunque giocatore di livello. In mezzo, però, la gloriosa maglia dei Blancos su quella fascia è stata indossata anche da colui che non possiamo definire una meteora del calcio internazionale, ma sicuramente una promessa non mantenuta.
Royston Drenthe ha appeso ufficialmente le scarpe al chiodo nel 2023, a 36 anni, questa volta in via definitiva dopo il primo annuncio del 2017, rimangiato 12 mesi più tardi. La sua parabola ad alti livelli è tuttavia durata molto meno, di fatto il triennio trascorso al Real, dal 2007 al 2010, iniziato proprio nella prima stagione del post-Roberto Carlos. In mezzo le meraviglie con l’Under 21 olandese, trascinata al titolo europeo nel 2007 grazie alla potenza e alla classe del proprio mancino.

Avrebbe potuto vincere tutto, ma il suo rimpianto è il grande schermo
Succede che il minutaggio nel Real cala sensibilmente già dalla prima stagione e che dopo l’addio al Bernabeu la carriera di Royston sarà un florilegio di esperienze in giro per il mondo, tutte annuali. Dall’Inghilterra alla Russia, dalla Turchia agli Emirati Arabi, scendendo sempre di categoria, fino al ritorno in Olanda, prodromo del ritiro. Non si parli però di rimpianti, neppure quello legato al fatto di aver giocato una sola volta con la nazionale maggiore olandese.
Così doveva andare, Royston ha già fatto pubblica ammenda e semmai se un dispiacere c’è è quello di non aver sfondato nel cinema. “A mia madre dicevo che avrei voluto fare l’attore, era uno dei sogni oltre al calcio” svelò Drenthe qualche anno fa, dopo che il suo nome circolò per i provini per il nuovo 007 al posto di Daniel Craig. Andò male pure lì, ma si può immaginare che se fosse arrivato al provino almeno lì l’olandese se la sarebbe giocata al meglio. Il suo nome è Royston, Royston Drenthe. L’attore mancato che ha sprecato il proprio talento calcistico.