‘Basta, mollo tutto e mi faccio monaco’: dal calcio italiano al Buddhismo | “Mi sono spogliato di tutto e rasato”
Le vie del calcio sono infinite: la storia dell’ex giocatore di Serie C che rinuncia ai piaceri della vita per indossare la tunica.
Le chiamano sliding doors e il tema è diventato un topos cinematografico dopo esserlo stato nella letteratura. Letteralmente la traduzione è “porte girevoli”, ma il significato metaforico riguarda tutti quegli elementi imprevedibili, come appunto il movimento di una porta, che ne possono determinare altri.
Un meccanismo a cascata in grado, potenzialmente, di cambiare per sempre la vita di una persona determinando eventi dai quali possono dipendere i destini lavorativi o affettivi, stabiliti dal destino senza che i diretti interessati abbiano la possibilità di opporsi a quello che sembra un percorso ineluttabile.
Si tratta, andando alle origini, del “tema del doppio”, capace di segnare una pagina importante della storia della filosofia. Da Wilde fino a Calvino e Pirandello, sono tanti gli scrittori che hanno affrontato questa tematica così misteriosa e ancora di più i lettori che ne sono stati affascinati.
L’argomento è stato poi esteso al mondo dello sport e del calcio in particolare, con il suo carico di espressioni e luoghi comuni usati con estrema facilità. Come non parlare di sliding doors, del resto, se un allenatore esonerato magari ingiustamente trova modo di rilanciare la propria carriera proprio dopo quell’avventura infelice, o se un gol o una parata spalancano scenari di mercato inaspettati?
Dalla Serie B alla svolta più inattesa: l’aspirante campione cambia vita
Già, il mercato è per definizione il regno dell’imponderabile, del virtuale che può diventare reale a volte senza preavviso. Di sliding doors vere però se ne intende un ragazzo che la carriera da calciatore l’aveva appena iniziata e che per la svolta della propria vita ha dovuto ringraziare proprio un serio infortunio. Kevin Lidin, classe ’99, ha fatto il centrocampista. Ma solo per pochi anni.
Svedese di nascita, ma italiano di adozione, arrivò in Italia nel 2017 per indossare la maglia del Pisa ed ha poi militato nella Primavera del Bologna e nella Paganese. Serie C come punto più alto, torneo vinto, seppur da comparsa, con i nerazzurri nel 2019. Gli infortuni non gli hanno però mai dato tregua fin da giovanissimo. A 21 anni, allora, ecco le porte girevoli, al termine di un consulto medico in Svezia: “Un medico mi ha detto che avevo sei lesioni. Ci avrei messo due anni per recuperare, quindi ho capito che avrei dovuto mollare e cambiare vita”.
“Amavo la moda, oggi faccio meditazione”: la confessione-shock, il calcio è un ricordo
Un concetto preso davvero alla lettera se è vero che oggi Kevin è un monaco buddhista ed è tutt’altro che pentito di aver dismesso pantaloncini e scarpette per indossare la tunica: “Da calciatore amavo la moda, ma ho scelto di spogliarmi dei miei vestiti, di rasarmi a zero, di lasciare a casa il telefono ed entrare in un monastero. Ho trascorso 30 giorni insieme ai monaci, facendo la loro vita nel cuore della Thailandia”.
Oggi Kevin ha mandato a memoria i principi del buddhismo, compresi quelli più… affini al proprio passato: “Faccio dello yoga e della meditazione dei punti cardine della mia vita. Ho trovato la mia strada: trovare la connessione tra corpo e mente è fondamentale” ha concluso Lidin, che oggi studia fisioterapia e non ha rinnegato il calcio e neppure dimenticato l’esperienza al Pisa. Chissà che, se i nerazzurri torneranno in A, non lo si potrà vedere festeggiare sugli spalti dell’Arena…