Riserve sarete voi: all’Inter parte la rivolta I Alle chiacchiere di calciomercato rispondono coi muscoli (e i procuratori)
La dirigenza nerazzurra ha messo a disposizione di Inzaghi una rosa ricca di qualità e di alternative, ma spuntano già i primi malumori.
Cosa c’è di più bello che vincere? Domandina facile facile sia per chi in campo ci va e lotta per trionfare, sia per chi trepida dagli spalti o da casa per le sorti della propria squadra del cuore. La risposta è ovviamente rivincere. Confermarsi ai piani altissimi per dimostrare che il primo successo non è stato un exploit isolato.
Come recita un vecchio adagio sportivo, “arrivare in alto può non essere troppo difficile. La vera missione è restarci”. Limitatamente al calcio italiano il concetto ha trovato ampie dimostrazioni negli ultimi anni, se è vero che dopo la fine dell’epopea della Juventus, con i suoi nove titoli consecutivi, nessuna squadra è più riuscita a vincere lo scudetto per due anni di fila.
L’impresa è stata fallita dall’Inter, che nel 2021 aveva interrotto l’egemonia bianconera, e poi dal Milan l’anno dopo, così come dal Napoli nel 2023. Ora il “testimone” passa proprio ai nerazzurri di Simone Inzaghi, che dopo essersi messi sul petto la terza stella hanno tutta l’intenzione di confermarsi campioni, nonostante una concorrenza agguerrita.
Per i nerazzurri l’estate sta trascorrendo all’insegna della tranquillità. Il passaggio di consegne a livello di proprietà da Suning a Oaktree non ha determinato scossoni né a livello di cariche dirigenziale, né di obiettivi. Il fondo statunitense ha ribadito la volontà di mantenere elevato il livello di competitività della squadra, ma al contempo anche la necessità di non perdere di vista i bilanci.
Inter, che rosa di lusso! Inzaghi può (quasi) sorridere
Messaggio mandato a memoria dal nuovo presidente Beppe Marotta, dal ds Ausilio e dal suo vice Baccin, che peraltro si erano mossi per tempo già prima del terremoto societario, pescando tra gli svincolati due delle migliori pedine possibili, Piotr Zielinski e Mehdi Taremi. Il resto del budget è stato speso in parte per il nuovo vice Sommer, Josep Martinez dal Genoa, in attesa di completare il mosaico con un difensore e, forse, un altro attaccante.
A quel punto sì che Inzaghi potrà iniziare il campionato, o proseguirlo qualora gli innesti mancanti dovessero arrivare a Serie A già avviata, con stampato sul volto il sorriso di chi sa di avere la rosa più forte, ma anche più completa e profonda. Un concetto, questo, che era in realtà già valido l’anno scorso almeno per il centrocampo, dove tra titolari e riserve c’era solo l’imbarazzo della scelta tra nazionali.
Centrocampo Inter, qualcuno è di troppo? Ora tocca al mister
L’arrivo di Zielinski, svincolatosi dal Napoli dopo otto stagioni, aumenterà il livello di competitività della mediana nerazzurra. Forse troppo, viene da pensare, almeno dall’esterno. Sulla carta il polacco parte infatti come un’alternativa extra-lusso, lo stesso ruolo ricoperto per tutta la scorsa stagione da Davide Frattesi, per il quale la musica potrebbe non cambiare nella prossima. Con Asllani confermato come vice Calhanoglu, il “gioco delle coppie” nel reparto vede infatti proprio Frattesi e Zielinski prime alternative di Barella e Mkhitaryan.
Si può immaginare che tanto l’ex Cagliari quanto l’armeno possano rifiatare di più rispetto a quanto accaduto nel 2023-’24, ma si sa come Inzaghi fatichi a fare a meno soprattutto di Mkhitaryan. E poi, si sa, il turnover regge fino a un certo punto, perché negli scontri diretti per lo scudetto o nelle notti di gala in Champions una formazione titolare deve sempre esserci. Ad oggi tanto Zielinski quanto Frattesi non ne fanno parte. Sovvertire le gerarchie non si annuncia facile, così come per Taremi, il cui status pare superiore rispetto a quelli di Arnautovic e Sanchez alle spalle della ThuLa. Problemi lieti per Inzaghi, a patto di riuscire a non scontentare nessuno.